La stazione di Ellis Island di Giovanna Rocchi

Il testo e le immagini sono tratti da https://www.galatamuseodelmare.it/la-stazione-di-ellis-island/ con autorizzazione di Giovanna Rocchi,Curatore Aggiunto MEM - Memoria e Migrazioni e progetti Speciali Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni

Il fenomeno dell’emigrazione verso il continente americano risulta essere il più massiccio spostamento di individui nella storia moderna: più di venti milioni di persone sono arrivate negli Stati Uniti tra il 1892 e il 1924, e dodici milioni solo a New York. Solo dall’Italia, in America ogni anno arrivarono decine di migliaia di contadini: tra il 1876 e il 1988 furono quasi ventisette milioni i nostri connazionali emigrati nel nuovo continente.

La Guida dell’Emigrante Trentino negli Sati Uniti del 1909, redatta dall’ ufficio per la Mediazione del lavoro della Camera di Commercio e d’industria in Rovereto, scrive:

Quando il vapore si ferma presso le banchine del porto, possono sbarcare soltanto i viaggiatori di prima e seconda classe e i sudditi americani di seconda classe.
Gli altri passeggeri di terza classe vengono trasportati con appositi vaporetti nell’isola di Ellis Island dove vengono visitati dai medici americani, per constatare lo stato della loro salute ed interrogati dagli ispettori d’immigrazione, per vedere che non siano in contravvenzione con la legge americana sull’immigrazione. L’emigrante deve assoggettarsi in Ellis Island alla visita di due medici: il primo esamina l’aspetto generale, il secondo esamina specialmente gli occhi e la pelle per impedire che entrino negli USA persone affette da tracoma e malattie cutanee contagiose.

Se l’emigrante viene dichiarato sano deve presentarsi alla commissione d’immigrazione dove dai commissari americani vengono rivolte delle domande per constatare se sono in regola con le leggi americane. In ogni caso si ricordi l’emigrante di rispondere con franchezza e con verità alle domande degli impiegati americani tanto più che le sue risposte devono combinare con quelle date alle autorità di bordo e registrate nelle liste passeggeri (…)
Potrebbe succedere specialmente alle donne o ai minorenni od ai vecchi che vanno a raggiungere i loro mariti o le loro famiglie, che benché sieno trovati in piena regola con le leggi americane, pure sieno trattenuti in Ellis Island, finchè qualche membro della famiglia non venga personalmente a prenderli o non mandi insieme col suo indirizzo preciso anche la somma necessaria per proseguire il viaggio. Appena però ciò succede viene subito loro permesso lo sbarco”. 

Chi sono i passeggeri che vengono esaminati?

I passeggeri che non possono sbarcare direttamente e liberamente al porto di arrivo devono prima fermarsi in una delle tante stazioni sulle coste del Nord America ed essere sottoposti a vari controlli: un esame medico, un colloquio di carattere generale e test psicologici e di intelligenza. Il trattamento è riservato ai soli passeggeri che a bordo dei grandi transatlantici sono chiamati “passeggeri di stiva”: i viaggiatori di terza classe. Sono gli emigranti poveri, in cerca di danaro e fortuna. Molto spesso partire è l’unica risorsa che resta loro, non sanno né leggere né scrivere, non hanno la prospettiva di un lavoro sicuro, a volte sono malati, tanti sono minorenni o bambini. Molti di loro non hanno mai visto nient’altro se non il paese dove sono nati e ignorano che potrebbero finire assoldati dalla malavita locale (come succederà per molti di loro).
Italiani, russi, polacchi, tedeschi, irlandesi, inglesi, asiatici. Per la maggior parte sono contadini, manovali, minatori e operai.

I dati che fornisce il museo di Ellis Island sul numero di emigrati e lo stato di provenienza sono significativi:
Cina: 118.000
Grecia: 370.000
Norvegia e Svezia: 1.491.000
Russia: 3.237.000
Germania: 2.443.000
Irlanda: 1.530.000
Polonia: 153.000
Spagna e Portogallo: 313.000
Giappone: 241.000
Italia: 4.114.000
Regno Unito: 1.946.000
Altre parti dell’Asia: 215.0003

Molti di questi sono lavoratori occasionali, alla ricerca di un impiego che consenta loro di guadagnare un po’ di soldi e tornare a casa prima possibile. Si tratta di persone che non si integreranno mai con il resto della popolazione americana e a stento parleranno l’inglese.
Il tipo di emigrante che ci troviamo dinnanzi è un uomo, spesso giovane, che di solito viaggia con un gruppo di compaesani, è di origine contadina e per lo più al seguito di qualcuno che ha già compiuto il viaggio. Gli artigiani sono pochissimi, solo un 20%, scarsi i mercanti e i professionisti. I quattro quinti provengono dal Sud dell’Italia (Calabria, Campania, Abruzzo, Molise e Sicilia). Solo il 20% (900.000) viene dal Nord. Le famiglie invece raggiungono il capo famiglia solo se questi decide di restare. Nei primi anni del ‘900 tra gli emigranti la presenza dei contadini, dei giornalieri e dei braccianti oscillava tra il 55 e il 79%; tra le figure più richieste: domestici e personale di servizio in generale, sarte e cucitrici, muratori, tagliapietre, calzolai, lavoratori di pellami, barbieri e marinai. Per quasi la metà analfabeti.

La Stazione di Ellis Island

La stazione per ricevere gli emigranti in America fu Castle Garden, aperta non dal governo federale, ma dallo stato di New York, che dal 1855 al 1890 accolse otto milioni di persone, diventando così la seconda stazione più trafficata nella storia degli Stati Uniti. Anche dopo la sua chiusura il nome continuò a essere ripetuto sulla bocca degli emigranti, tanto che anche la stazione successiva, benché si chiamasse in altro modo, era conosciuta come Castle Garden, o Castel Garda, Kessel Garden, Kasi Garden.
Tra il 1890 e il 1891 la stazione per l’immigrazione ebbe sede in Battery Park, sul waterfront di Manhattan.
Dopo l’Immigration Act del 18824, la prima legge che restringeva notevolmente l’ingresso degli emigranti in America, vennero predisposte stazioni per il controllo degli emigranti anche nel resto del Nord America come Boston, Baltimora, Seattle, Galveston, Philadelphia, New Orleans e San Francisco.

Tuttavia è al porto di New York che arrivava la maggior parte di persone da esaminare; persone che, solo dopo aver superato i severi controlli, potevano entrare negli Stati Uniti. La stazione federale per il controllo dell’immigrazione si trovava a Ellis Island, un isolotto nella baia di New York, alla foce del fiume Hudson. La scelta dell’isola non fu casuale: le fughe erano meno facili e la popolazione americana non rischiava il contagio di qualche malattia portata dallo “straniero”.
Ellis Island, a due miglia da Manhattan, e da cui si vede la Statua della Libertà.

Al Galata Museo del Mare abbiamo ricostruito una piccola “Main Hall” di Ellis Island, dove venivano accolti migliaia di emigranti ogni giorno.

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