Intervista a Nicoletta Mantovani di Aga Camilla
“Voglio raggiungere quante più persone possibile con il messaggio della musica, della meravigliosa opera”(Luciano Pavarotti)
La gente pensa che io sia disciplinato.
Non è disciplina. E’ devozione.
C’è una grande differenza.
(Luciano Pavarotti)
Lunedi 28 ottobre 2019 al cinema ho visto il docufilm su Luciano Pavarotti ed ho provato un tumulto di emozioni (sensazioni di gioia,di forza,di positività si sono alternate a sensazioni di tristezza,di paura )e la consapevolezza di quanto sia difficile perseguire un obiettivo ma,importante, farlo con costanza e passione.Tornata a casa ho pensato di scrivere alla Fondazione Luciano Pavarotti e con immensa gioia e un pizzico di emozione vi rendo partecipi dell'intervista a Nicoletta Mantovani.
Lunedì 28 ottobre ho visto il docufilm di Ron Howard su Luciano Pavarotti .Chi è Luciano Pavarotti?
Luciano era un uomo, prima ancora che un artista, straordinario. Il mondo lo ha apprezzato per la sua voce unica e straordinaria ma chi l'ha conosciuto di persona sapeva che umanamente era forse ancora più dotato. Kofi Annan, che fu Segretario Generale delle Nazioni Unite, di lui disse che il suo cuore era anche più grande della sua voce, aveva ragione. Luciano aveva un carisma grandissimo ma appena lo incontravi sapeva metterti a tuo agio. Sopratutto era una persona libera, libera dal suo stesso successo e dall'immagine iconica che il monda aveva di lui: aveva saputo rimanere se stesso, fedele ai suoi valori e principi, agli amici e alle cose che nella vita contano davvero.
Cos'era la musica per Luciano Pavarotti?
Sicuramente la musica non era soltanto un lavoro. La musica era parte di Luciano, era nel suo DNA. Raccontando che suo padre era di professione fornaio e, per passione, tenore amatoriale, Luciano ripeteva spesso che lui era cresciuto “a pane e Verdi”. La musica poi era lo strumento tramite il quale esprimere il dono che aveva ricevuto, quella della voce.
Il messaggio di Luciano Pavarotti è chiaro: l'opera deve essere destinata a tutti e in particolar modo a noi giovani. Da cosa nasceva questa sua apertura verso noi giovani e quali aspettative nutriva su di noi.
Quando Luciano era giovane l'opera e il melodramma erano conosciuti da tutti: raccontava che le arie e le romanze erano cantate da grandi e piccoli, in ogni casa c'era un giradischi che suonava i cantanti dell'epoca e del passato, da Caruso, Schipa, Del Monaco, Lauri Volpi. L'opera, insomma, era “patrimonio di tutti”. È stato solo col passare degli anni che l'opera si chiuse all'interno dei teatri, diventando fruibile solo per pochi fortunati, per chi poteva permetterselo. Il desiderio di Luciano era di riportare l'opera dove lui l'aveva conosciuta: in mezzo alla gente. Iniziò quindi un percorso di “democratizzazione” dell'opera, rendendola disponibile anche in spazi inconsueti, come le arene e i grandi parchi, in modo che anche il pubblico che non la conosceva, in particolare i giovani, potesse avere la possibilità di apprezzarla. Nei giovani Luciano vedeva, giustamente, il futuro e coloro ai quali passare il testimone anche di questa meravigliosa forma d'arte che è l'opera. Per questo lui sosteneva che la musica doveva essere insegnata ai bambini sin da piccoli, la loro formazione era essenziale affinché potessero conoscerla ed apprezzarla.
Qual è l’eredità più grande che ci ha lasciato Pavarotti?
E’difficile individuarne una sola, sono tante le “lezioni” di vita che Luciano ha lasciato dietro di sé. Luciano ha mostrato con il proprio esempio che non bisogna mai sentirsi arrivati, ma occorre sempre continuare a impegnarsi per migliorare; ha sempre sostenuto anche che non basta avere un talento o un dono, come lui aveva avuto la voce, ma è necessario coltivarlo con lavoro duro e perseveranza.È sempre rimasto una persona con i piedi per terra, molto genuino e autentico, sapendo che il successo non era un valore e che le cose importanti della vita non si misurano con i premi e riconoscimenti. Inoltre, la tenacia di continuare a studiare, senza mai sentirsi arrivato, ed una tecnica affinata con puntiglio nel corso di tanti anni sono a tutt’oggi esempio per i giovani tenori che si accostano allo studio del canto.
La fondazione Pavarotti continua la Mission di Luciano: in che modo?
Luciano credeva in maniera spassionata nei giovani, e voleva aiutarli proprio come era stato sostenuto lui prima del suo debutto; desiderava condividere la sua passione ed esperienza (in modo completamente gratuito e disinteressato) con i giovani cantanti che reputava promettenti, spesso invitandoli a condividere con lui il palcoscenico. Questa è oggi la missione che si prefigge la Fondazione che porta il nome di Luciano, continuando ad operare nel medesimo solco che egli ha tracciato, offrendo la possibilità di esibirsi alle nuove leve della lirica.
Nicoletta quale consiglio si sente di dare a noi ragazzi di terza media che ci accingiamo a scegliere la scuola del nostro futuro?
I giovani, oggi più di qualche anno fa, hanno tante opportunità, tante porte aperte attraverso le quali far sbocciare il proprio talento. Credo sia sempre opportuno scegliere seguendo le proprie passioni e inclinazioni, è difficile pensare di studiare o di applicarsi su qualcosa che non ci attrae o ci appassiona.
Ringrazio Nicoletta per il tempo prezioso che mi/ci ha dedicato e la bella intervista ricca di spunti e imput per noi ragazzi.
Qui di seguito una descrizione della casa museo e alcune foto concesse da Fondazioni Pavarotti
CASA MUSEO LUCIANO PAVAROTTI (Modena)
La residenza del Maestro Pavarotti è stata terminata nel 2004 ed egli ha trascorso
qui qli ultimi anni della sua vita.
La casa è collocata nell’area che egli aveva acquistato a metà anni Ottanta. In quella
stessa area Pavarotti ha coltivato la sua grande passione per i cavalli, costruendo
scuderie ed aprendo una scuola di equitazione. Dal 1991, per ben 11 anni, il Maestro
ha ospitato nella sua tenuta una prestigiosa competizione di salto ostacoli (CSIO),
cui hanno partecipato i più famosi show-jumper del circuito equestre
internazionale.
La villa è stata progettata seguendo scrupolosamente le indicazioni e i disegni che il
Maestro forniva agli architetti e ai tecnici che ne hanno seguito la costruzione. Molti
manufatti sono stati realizzati da fabbri, falegnami, intagliatori, decoratori
provenienti da tutta Italia che hanno creato prodotti unici.
Nell’intento di preservare il ricordo del grande artista “Pavarotti” e, al tempo stesso,
di far meglio conoscere l’uomo “Luciano”, la visita comprende un tour guidato
all’interno della residenza, che consente di scoprire il tenore alla luce più intima e
calda delle sue stanze, di avvicinarsi garbatamente alla sua memoria ammirando i
suoi oggetti personali, conoscendo le sue abitudini quotidiane, scoprendo l’uomo di
casa smessi i panni del grande artista.
Si possono soprattutto ammirare gli abiti di scena a lui tanto cari, le fotografie e i
video che hanno scandito la sua grande carriera, gli innumerevoli premi e i
riconoscimenti, la corrispondenza epistolare con i grandi del mondo, gli oggetti
personali e cimeli unici.
www.casamuseolucianopavarotti.it
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